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lunedì 11 giugno 2012

Argomento di Attualità "Banca Network? Chiusa!"

Salve a Tutti,

Le Banche possono fallire? E se sì, cosa succederebbe se ne fallisse una?

Per anni era convizione generale credere che gli istituti di credito italiani potevano essere, inspiegabilmente, a prova di bancarotta. Difatti Wikipedia ci informa che "Per legge gli istituti di credito non sono ammessi al fallimento. La Banca d'Italia dichiara lo stato d'insolvenza e avvia l'amministrazione controllata o la liquidazione coatta amministrativa, nel contempo autorizza l'intervento del fondo che chiede ex post alle banche aderenti le somme per risarcire gli investitori."
Quindi non si fallisce ma si dichiara lo stato d'insolvenza.
Purtroppo però, a causa delle "mutate condizioni di mercato", negli ultimi 10-12 anni abbiamo assistito a diversi crack finanziari anche di notevole entità (vedi oltreoceano Lehman Brothers), senza considerare i vari salvataggi effettuati dall'ente "benefico" di turno (Stati Uniti in testa).

Notizia del giorno passata un pò in sordina (fatta eccezione per Il Fatto Quotidiano) è che la Banca Network Investimenti (B.N.I.) sembra avere grossi problemi di liquidità che l'hanno portata alla sospensione, d'accordo con la Banca d'Italia, del “pagamento delle passività di qualsiasi genere" per 1 mese.

In pratica dagli stipendi dei dipendenti (69 operatori) ai prelievi allo sportello dei correntisti risulta tutto "congelato". Se per esempio un cliente dovesse pagare una bolletta mediante l'addebito in conto (RID), questa verrà inevitabilmente respinta.

Cosa accade in questi casi? Niente paura, qualora la B.N.I. non risolvesse i suoi problemi di liquidità e non trovasse nuovi investitori (non si escludono nei prossimi giorni acquisizioni da parte di Cassa di Risparmio di Ravenna e Banca Popolare di Vicenza) interverrebbe il Fondo Interbancario, che coprirebbe ogni correntista fino ad un massimo 100 mila euro secondo i tempi stabiliti per legge di 20 giorni lavorativi.

Bene, questo è l'effetto, ma la causa qual è stata?

Finanza in Chiaro ci dice che Banca Network Investimenti è partecipata da nomi di primo piano come il colosso delle assicurazioni Aviva, Banco Popolare, la Sopaf della famiglia Magnoni e la De Agostini. Nasce da una costola del gruppo Popolare Lodi di Gianpiero Fiorani (sì, proprio lui) nel 2004 e aveva un modello di business fondato su una rete di promotori al posto delle tradizionali filiali. Solo che i costi dell'esercito di venditori si sono rivelati insostenibili. Peggio: la banca ha dovuto far fronte a una miriade di vertenze legali avviate in parte da promotori, in parte da clienti insoddisfatti.

Già nel 2009 la vigilanza di Banca d'Italia aveva sanzionato amministratori e collegio sindacale di Banca Network per una lunga serie di "carenze nell'organizzazione e nei controlli interni". All'epoca il presidente Angelo Testori e l'amministratore delegato Maurizio Cozzolini (reduce da una condanna a sei mesi, con patteggiamento, per la vicenda della banca bresciana Bipop) avevano predisposto un nuovo piano industriale per tentare il rilancio. Come pensate che sia andata? Vi do un aiutino, nel maggio del 2011 è stata commissariata da Bankitalia ed oggi pare inevitabile il crack.
Conclusione: una settantina di dipendenti a casa (salvo novità), la perdita per molti clienti di gran parte dei loro risparmi e l'onere economico che le altre banche dovranno  legalmente sostenere per "tappare" parte dei buchi.
E l'Amministratore delegato? Il Direttore Generale? I vari Dirigenti?
Beh, in questi anni sembra abbiano incassato qualche MILIONATA...

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