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giovedì 19 gennaio 2012

Argomento di Attualità "Ce la farà Aung San Suu Kyi?"

 Salve a Tutti,

"Non è il potere che corrompe, ma la paura: la paura di perdere il potere! "

"All'interno di un sistema che nega l'esistenza di diritti umani fondamentali, la paura tende a essere all'ordine del giorno. Timore del carcere, della tortura, della morte, timore di perdere amici, parenti, proprietà o mezzi di sussistenza, paura della povertà, dell'isolamento, del fallimento. Una forma molto insidiosa di paura è quella che si maschera come buon senso o addirittura saggezza, condannando come sciocchi, inconsulti, insignificanti o velleitari i piccoli atti di coraggio quotidiani che contribuiscono a salvaguardare la stima per se stessi e la dignità umana. Non è facile per un popolo condizionato dai timori, soggetto alla regola ferrea che la ragione è del più forte, liberarsi dai debilitanti miasmi della paura. Eppure, anche sotto la minaccia della macchina statale più schiacciante, il coraggio continua a risorgere, poiché la paura non è lo stato naturale dell'uomo civile".

A quanto pare il Primo Aprile 2012 tra i 44 candidati per Parlamento birmano ci sara anche lei, Aung San Suu Kyi.

La notizia in realtà non dovrebbe sollecitare più di tanto l'attenzione di noi occidentali,  se non fosse che stiamo parlando di una dele ICONE più importanti del nostro tempo.
Già, perchè quando si pensa a parole come Pace, Democrazia, Uguaglianza non possiamo non pensare a chi ha perso anche la propria libertà per combattere in ciò in cui Crede in un paese in cui la Libera Epressione ha un valore paria zero.

Aung San Suu Kyi è balzata inizialmente agli onori della cronaca quando la sua Lega nazionale per la Democrazia nel 1990 vinse le elezioni che tuttavia furono subito annullate dal potere militare.
Per questa sua lotta non-violenta viene insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1991, ma dopo svariate peripezie (la perdita per cancro del marito; persecuzioni legale; un attentato alla sua vita) nel 2003 viene rimessa agli arresti domiciliari.

Negli anni numerose organizzazioni si sono interessate al "caso" birmano, ma sia le pressione degli Stati Uniti che delll'Europa non hanno mai ridato la libertà ad Aung San Suu Kyi fino al 13 Novembre 2010.

Come è sempre stato (e speriamo sempre sarà) nel suo carattere la Nostra Eroina non demorde e continua la sua Lotta contro i Poteri Forti, lottando per una Società Civile,

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